Montare le corde a “regola d’arte”

Solo per le chitarre che montano corde di metallo. La chitarra classica è quindi esclusa.

Le corde di metallo, col tempo e con l’uso, si ossidano, quindi scuriscono, perdono la brillantezza del suono e infine si spezzano. Generalmente si cambiano prima che si rompano, quando la qualità del timbro e dell’intonazione non ci accontentano più. Ogni chitarrista monta le corde a modo suo, con un metodo, più o meno improvvisato, che può generare alcuni problemi (es. molto diffusa è l’opinione che la chitarra con le corde nuove non tiene l’accordatura). Un buon metodo per la sostituzione delle corde eviterà inconvenienti, più o meno seri, che vedremo in seguito.

Genesi del metodo

Il metodo di montaggio che esporrò è nato per esigenze di coscienza: un insegnante non può avere insicurezze sulla validità di ciò che insegna, nel dubbio si documenta. Ho sempre avuto il mio metodo (improvvisato) con il quale mi trovavo bene, collaudato ampiamente per anni, ma dal momento in cui dovevo insegnarlo ho preferito meditare e documentarmi. I metodi per chitarra mi sono apparsi troppo superficiali sull’argomento, allora mi sono informato come si trattano le corde nel pianoforte. Questo strumento ha centinaia di corde; l’accordatura non rientra nelle competenze del pianista, è affidata ad uno specialista ed è molto costosa: il metodo di montaggio delle corde deve essere per forza efficiente.

Rottura delle corde

A parte il caso di un’eccessiva tensione durante l’accordatura o nel pizzicarla, una corda si può spezzare anche quando è ancora nuova e lucente.

L’acciaio armonico, con cui sono realizzate le corde della chitarra, non tollera piegature a gomito. Maneggiando una corda nuova dobbiamo evitare di causare pieghe.
Nei negozi che hanno poco smercio, possiamo acquistare delle corde giacenti nei cassetti da anni e che, per azione del tempo e dell’umidità, presentano piccoli punti di ruggine. Questi sono visibili solo con un attento esame; le corde appaiono ugualmente chiare e lucide. È evidente che queste corde sono soggette ad una rottura precoce. Alcune marche distribuiscono le mute in confezioni ben sigillate per proteggerle dall’umidità.
Altre volte la corda, specialmente se sottile, si spezza per un motivo meno evidente: premendo su una superficie angolata subisce una viva piegatura che ne compromette la resistenza. Il bordo del foro, dove è inserito il capo della corda, è spesso la causa della rottura. I punti di contatto al ponte, se di metallo e angolati, possono causare lo stesso inconveniente. Nel primo caso dobbiamo montare la corda come vedremo in seguito, nel secondo si devono smussare, con carta abrasiva o una lima dolce, gli spigoli vivi che intaccano la corda (ponticello, placca del ponte). Stabilire il punto di rottura è facile: la parte lunga della corda rotta arriva o in prossimità del ponticello o della paletta. Di norma, una corda vecchia si rompe nella parte che vibra: quella centrale.

Metodi suggeriti

Vari manuali per chitarra suggeriscono un metodo discutibile per montare le corde (per l’elettrica e la folk), che presenta più di uno svantaggio.

  • Non sfrutta la rapida possibilità di avvolgere la corda manualmente.
  • Gli spezzoni di corda che fuoriescono dal perno di fissaggio, possono pungere le dita e graffiare la paletta della chitarra.
  • La corda vecchia si può rimuovere con difficoltà.
  • Dal punto di vista estetico il risultato è notevolmente inferiore a quello visibile su una chitarra nuova.

Del resto la chitarra ha solo sei corde, quindi i problemi sono sopportabili. Lo stesso metodo usato per un pianoforte darebbe risultati catastrofici.

Procedura

Premetto che per chi ha poca pratica nell’accordare è consigliabile sostituire una corda alla volta: il rimuoverle tutte modifica la tensione del manico dello strumento complicando l’operazione d’accordatura.
Inserire le corde dalla parte del ponte non presenta problemi: il percorso è obbligato. Nel caso delle folk, una volta inserite, le corde devono essere tirare per assicurarci che sono “arrivate” davvero.

Tagliare la corda

Le corde di ricambio hanno una lunghezza abbondante per adattarsi a qualsiasi modello di chitarra e la parte in eccesso deve essere opportunamente tagliata. Di solito tutti la tagliano dopo aver montato la corda. Questo sistema, oltre a presentare gli svantaggi citati, non permette di sfruttare la logica delle meccaniche che ora vedremo.

Tipi di macchinette

Per tendere le corde della chitarra ci sono due sistemi diversi.

La chitarra classica ha il perno, su cui si avvolge la corda, disposto in modo che ambedue le sue estremità sono incastrate nel legno della paletta. Per avvolgere la corda si agisce esclusivamente sulla chiave.
Nella maggioranza degli altri modelli (folk, elettrica, flamenco, bassi, ecc.) il perno è affogato solo da un lato. Questo metodo si è diffuso maggiormente, nonostante sia molto più costoso dell’altro, perché rende molto più rapido il montaggio delle corde: offre la possibilità di avvolgerle manualmente sino a quando è possibile, la chiave si utilizza solo per gli ultimi giri.
La rapidità di montare una corda era un’esigenza del periodo in cui la musica da ballo era affidata esclusivamente a complessi che suonavano dal vivo, la sostituzione di una corda non doveva bloccare le danze, ma avvenire in pochissimo tempo, quello solitamente impiegato “fra canzone e canzone”: nessuno si accorgeva di niente.

La corda deve essere tagliata prima di essere inserita nel perno, una volta passata dal ponte.

Misurare la corda

La corda deve avere la giusta lunghezza, che comprende la parte che va dal ponticello fino al perno dove sarà inserita, più un opportuno numero di giri.
Inserita già al ponte e tirata leggermente, appoggiamo la corda nuova al suo alloggiamento per ricavarne la lunghezza; a questa dovremo aggiungere la parte destinata alle spire. Per valutare quanta corda in più dobbiamo avere, (è necessario solo per la prima volta) si deve avvolgere una corda vecchia uguale (o uno spezzone o la parte in eccesso della corda stessa) con il numero di spire giusto, poi, una volta srotolata, valutare la lunghezza da addizionare a quella precedente, utilizzando come punto di riferimento i perni delle altre corde.

Esempio:

  1. la corda, ben accostata alla tastiera, arriva al primo perno;
  2. la lunghezza delle spire srotolate va dal primo al secondo perno;
  3. la corda deve essere tagliata in prossimità del secondo perno.

Dopo aver montato un paio di mute il punto di taglio diventa intuitivo.

Numero di giri

Per evitare che la corda scivoli e si scorda dobbiamo avvolgerla intorno al perno con un certo numero di giri.

Questi dovranno dirigersi verso la paletta e mai verso l’alto, al fine di evitare l’effetto leva che può danneggiare l’ingranaggio d’avvolgimento.
Il numero di spire, perfettamente adiacenti fra loro e senza sovrapposizioni, dovrà essere sufficiente a coprire e superare il foro nel quale è introdotto il capo della corda. La corda tesa, premendo sullo spigolo del foro su cui è avvolta, subisce una viva piegatura che ne pregiudica la resistenza meccanica. Le corde sottili (non ricoperte) si spezzano facilmente se spiovono dal foro. La corda grossa richiede circa tre giri, la più sottile molti di più.
Le spire non devono essere eccessive, se arrivano a toccare la base del perno e non hanno più spazio per distribuirsi, possono accavallarsi e/o, addirittura, danneggiare l’ingranaggio d’avvolgimento. La rotazione della chiave per accordare deve essere sempre morbida, se le spire della corda forzano su qualcosa (boccola o dado di fissaggio della meccanica) girare la chiave ci sembrerà più duro. In questo caso dobbiamo rimuovere e accorciare opportunamente la corda. Quest’inconveniente è molto comune nelle chitarre classiche: la corda avvolgendosi sul perno incontra il legno della paletta (a sinistra o a destra) rendendo dura la rotazione della chiave; forzando l’avvolgimento si danneggia la corona dentata della macchinetta, la cui azione sarà, in seguito, sempre dura anche in assenza della corda.

Ancorare la corda al perno

Le meccaniche della chitarra sono costruite in serie e i fori, per introdurre le corde, sono d’uguale diametro. I fori sono esageratamente larghi per le corde sottili e rendono difficile l’ancoraggio. Qualcuno fa ripassare due volte il capo della corda nel foro: al momento della rimozione della corda, perché rotta o vecchia, non esce più… occorrono le pinze!
Per fissare il capo della corda al perno, però, è semplice: una volta introdotto, senza farlo sporgere dall’uscita del foro, dobbiamo provocare una decisa piegatura fra la parte inserita e il resto della corda. Dall’uscita del foro non deve fuoriuscire niente, altrimenti non possiamo sfruttare il vantaggio dell’avvolgimento manuale. La semplice piegatura, se ben angolata, permette un ottimo ancoraggio della corda al foro: costatare l’inaspettata forza d’ancoraggio tirando la corda nella direzione del ponte. Nel caso siamo stati poco decisi nel causare la piega alla corda, l’ancoraggio è definitivamente compromesso e anche la possibilità di riprovare: il capo della corda deve essere rigorosamente dritto per subire la giusta piega. Dobbiamo allora tagliare la parte arcuata e riprovare. Per imparare ad eseguire quest’operazione, possiamo esercitarsi con una corda vecchia o con uno spezzone: sono sufficienti solo pochi tentativi per capire.

Avvolgimento manuale

Una volta ancorata al perno, dobbiamo avvolgere la corda manualmente con l’accortezza di tenerla sempre in tensione. Un solo istante d’allentamento, per l’elasticità dell’acciaio armonico, fa scappare la corda dal foro. Avvolgiamo manualmente fino a che la lunghezza della corda lo permette; poi continuiamo l’operazione agendo sulla chiave, mantenendo costante la tensione fino a che la corda non tocca la tastiera. A questo punto possiamo accordarla.

Assestamento delle corde

Una volta accordata, la corda ha bisogno d’un assestamento: le sue spire si dovranno stringere al perno e unire stabilmente fra loro senza giochi, per permettere una buona tenuta. Ogni minimo movimento delle spire genera un allentamento della corda e, quindi, un calo d’intonazione.
La procedura è semplice: una volta che abbiamo accordato la corda al giusto tono, la tiriamo allontanadola dalla tastiera, e suonandola noteremo che si è scordata. L’accordiamo ancora e la tiriamo fino a che l’intonazione rimane invariata. A questo punto le spire si sono assestate e la corda non si scorda più facilmente. Solo il leggero effetto dell’allungamento della corda o dei movimenti del manico ci costringeranno ai piccoli ritocchi d’intonazione.

Vantaggi

  • Stabilità dell’accordatura
  • Garanzia della durata della corda
  • Estetica equivalente a quella di una chitarra appena comprata.
  • Niente buchi nelle dita quando si deve sostituire una corda.
  • Velocità nel rimuovere le corde vecchie o spezzate.
  • Tempi ridotti per la sostituzione delle corde: 15/20 minuti per levare le vecchie, montare le nuove, accordare e stabilizzare la tenuta.

Attrezzatura

Per le chitarre folk servono solo un paio di pinze: sia per tagliare le corde, sia per estrarre i pioli.
Per le chitarre elettriche è sufficiente qualunque attrezzo adatto al taglio: tronchesine, pinzette, ecc.

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