Espressione musicale

Chi non ha chiaro quali sono i parametri del suono (altezza, intensità, ecc.) non può comprendere il contenuto di questo articolo e i seguenti.

Per comprendere il concetto d’espressione musicale è utile un’analogia con un altro linguaggio che impiega il suono, ma più conosciuto: quello verbale.

Espressione nel linguaggio verbale

Nel linguaggio verbale, i singoli suoni che formano le parole (le sillabe) cambiano in altezza per dare il valore alla frase.

“Tu suoni la chitarra?” – “Tu suoni la chitarra.”

Le due frasi, composte dagli stessi termini, hanno senso differente secondo l’intonazione indicata dalla punteggiatura. La stessa frase, pronunciata senza modificare l’altezza dei suoni (come parlerebbe un robot), perderebbe il senso interrogativo o affermativo. L’intensità (volume del suono) e la durata contribuiscono ad esprimere lo stato d’animo di chi parla: un “No” pronunciato a basso o ad alto volume, lungo o corto, non dà la stessa sensazione. Tramite l’altezza, l’intensità e la durata noi esprimiamo, senza accorgercene, il nostro stato d’animo: se siamo tristi, allegri, irritati, tranquilli, ecc. Il timbro, nel linguaggio verbale, è la caratteristica del suono più importante: le sillabe non sono altro che suoni di timbro diverso. Con il timbro, quindi, creiamo le parole e le frasi e con le altre tre qualità del suono l’espressione.
Maggiori sono le possibilità d’intervento sui parametri del suono maggiori saranno le possibilità espressive. Un attore che non ha una buona pronuncia (difetto nel timbro), o ha delle limitazioni nel modificare l’altezza o la durata o l’intensità, come potrebbe recitare?

Espressione nel linguaggio musicale

Il linguaggio musicale ha una situazione analoga, ma, per formare gli incisi e le frasi, si basa sull’altezza (note musicali) e sulla durata (ritmo); le altre qualità del suono, timbro e intensità, producono l’espressione. Il timbro è l’elemento che caratterizza lo strumento musicale, e la possibilità d’intervento sugli altri parametri del suono lo rende più o meno espressivo.

Voce umana

La voce umana è, ed è sempre stata ritenuta, il più espressivo degli strumenti proprio perché ha una maggiore possibilità d’intervento sui parametri del suono rispetto agli strumenti musicali.
Può produrre un singolo suono che:

  • può rimanere costante di volume per tutta la sua durata;
  • può variare l’intensità per aumentare o diminuire il volume, e per vibrare (modulazione in ampiezza);
  • può variare l’altezza per produrre altre note della scala o qualsiasi frequenza intermedia, e per produrre un altro tipo di vibrato (modulazione in frequenza)

I punti suddetti possono anche essere combinati fra di loro.

Prassi esecutiva vocale

La pratica assidua dell’organo vocale conferisce al cantante quella padronanza che gli permette le più sottili espressioni, pertanto nel canto si è sviluppata una prassi esecutiva più evoluta di quella strumentale. Oltre al vibrato, impiegato oggi anche da diversi strumenti, il canto dispone di altri due accorgimenti espressivi di gran rilievo: le appoggiature vocali e il portamento.
Nessun cantante, di qualsiasi cultura e genere musicale, esegue una melodia allo stesso modo degli strumenti:

  • lo strumento prende le note del brano di getto, già intonate;
  • il cantante, spontaneamente, attacca un grado della scala sotto (o sopra) la nota reale (appoggiatura vocale) raggiunge in seguito il tono voluto intonando gradualmente tutte le frequenze intermedie (portamento); in questo modo intona diverse note.

Esempio
Prendiamo la nota canzone Yesterday dei Beatles, e analizziamo l’esecuzione di un qualsiasi cantante, anche di scarso talento; le prime tre note iniziali hanno queste sillabe:

Yes- ter – day

Yes è intonata un tono sotto (appoggiatura vocale) e poi portata al tono giusto
ter è leggermente staccata e già intonata
day come la prima

Questi accorgimenti sono elementi espressivi spontanei dell’essere umano, infatti, sono adottati in tutti i generi musicali di tutte le culture. Suonato con un pianoforte, lo stesso inciso è perfettamente riconoscibile anche senza le sfumature analizzate e la sua esecuzione è, da chiunque, considerata corretta, ma proviamo ad immaginare un cantante che intoni come lo strumento: le note leggermente staccate, senza le appoggiature e il portamento…

Yesterday

yesterday

Sopra la linea melodica come la suona uno strumento, sotto arricchita dalle appoggiature vocali rappresentate come acciaccature: le notine sono state aggiunte spontaneamente da Paul McCartney.

Strumenti musicali

Dal punto di vista dell’espressione gli strumenti a fiato hanno buone possibilità espressive, mentre quelli a corda, ad eccezione di quelli ad arco, sono più limitati (in gergo si dice “non cantano”).
La limitazione dipende dal fatto che il suono prodotto da uno strumento a corda pizzicata o percossa:

  • è limitato come durata;
  • non può mantenere il volume per tutta la sua durata, ma diminuisce autonomamente;
  • non può avere variazioni di volume (aumentare, diminuire e aumentare, ecc.);
  • non può essere modificato in altezza per intonare più note, o intervalli microtonali, o realizzare il portamento (blues a parte);
  • può essere leggermente vibrato solo modulando in altezza, nel caso della chitarra e altri strumenti analoghi; per il pianoforte o l’arpa è impossibile.

Espressività del timbro

Per comprendere l’espressione del timbro basta fare questa riflessione: immaginiamo che in un film, nella scena di una battaglia, la “carica” fosse suonata da un mandolino o da una fisarmonica invece della classica tromba… Che sensazione creerebbe? Il senso di carica è tipico delle trombe e tromboni, il loro timbro, potente e squillante, ha la capacità di caricare effettivamente l’ascoltatore. Il timbro della tromba possiede queste qualità, altri strumenti sono indicati per esprimere, con la stessa potenza, altre situazioni.

Conclusioni

Il linguaggio musicale, per certi aspetti, è molto simile a quello verbale, non si possono tradurre le frasi, ma le espressioni sono analoghe: si possono esprimere situazioni di calma, agitazione, aggressività, pacatezza, insicurezza, pazzia, tristezza, allegria, ecc. e tante altre che non possono essere descritte in termini verbali. Naturalmente, queste espressioni, possono essere più o meno numerose ed intense secondo le potenzialità espressive dello strumento, le capacità dell’autore e dell’esecutore.

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Categorie: Teoria